Pesce protagonista al Vertical Up Tour
Il socio ASSI, Moreno Pesce, è stato protagonista lungo la salita sulla pista Tulot Audi Quattro di Pinzolo (Trento), in occasione della seconda gara legata al Vertical Up Tour. Una pendenza media del 35% (minimo 8%, massimo 69%) e i 2600 metri di sviluppo non hanno scoraggiato Moreno, che anche stavolta è riuscito a togliersi una grande soddisfazione, dimostrando che non c’è disabilità che tenga di fronte a tenacia e forza di volontà: «Molte paure della settimana si sono volatilizzate subito dopo l’ingresso nell’area dello start - racconta proprio il socio ASSI -. Facce conosciute, colpi di mano sulle spalle, sorrisi vari, aiutano in questi casi, e la mia situazione di disabile “matto” sparge simpatia tra la folla dei veri atleti. Saluti da parte di tutti, e occhi incuriositi di chi non mi conosceva, rendono più caldi i momenti del pronti via! Un saluto agli “angeli” di scorta che l’organizzazione gara mi ha affiancato e via! Subito tosta la Tulot. Pochi metri di avvicinamento e parte il primo dei 4 muri da affrontare col cuore che pulsa già a mille per l’emozione. Esser tra coloro che fanno la Speed è stata una concessione che mi lusinga. Superato il primo muro, arriva il secondo. E già lì comincia la selezione. Non molto lontano da me vedo gli ultimi: sono loro la mia compagnia per questa salita. Passato il secondo muro, arriva un fascio luminoso che mi avvolge e illumina la base del terzo: quello più lungo e tosto. Con una corda a dare supporto, ma che ignoro, attaccandomi alle stampelle e affidandomi ai ramponi. Tempi incredibili mi vengono comunicati dagli organizzatori: 45 minuti per completare metà pista e la fiducia in me che prende sempre più piede. Dietro ho lasciato qualcuno: sorrido e guardo avanti. C’è un altro muro da affrontare. Quello che porta alla base del traguardo. Lo supero con il tifo che mi scorta verso la luce e il rumore della musica. Chiudo col sorriso, esausto in 1h26’: Tempo incredibile per me. Nell’estivo sul D+ 800 avevo un 1h20’. Sembrava che tutti gli organizzatori fossero accanto a me. Credevano nel mio risultato e raggiungere il traguardo è stato il premio più grande anche per loro. La sfida vinta. Raccogliere il bacio della mia bambina e della mia compagna, a fine gara, era il massimo che potessi desiderare». E, durante la premiazione, altro momento di gioia: «Mi è stato concesso l’onore di avere un premio tutto per me. Alla consegna, non sono riuscito a trattenere le lacrime, ripensando alla fatica fatta». Da sottolineare la splendida organizzazione da parte dello staff di Matteo Campigotto per Vertical Up Tour.